L’implantologia è una branca dell’odontoiatria che permette di applicare al paziente, con perdita parziale o totale di elementi dentali, protesi fisse di ottimo valore funzionale ed estetico evitando così protesi mobili o semimobili con interventi di bassa invasività.
Si tratta sostanzialmente di inserire delle viti (impianti) nell’osso che simulano le radici naturali dei denti.
Non esistono normalmente tipologie di impianto migliori di altre anche se il medico deve conoscere tutte le tecniche esistenti ed utilizzare la forma implantare e la sistematica chirurgica più indicata dopo aver fatto preventivamente attenti esami al paziente.
Oggigiorno l’implantologia, con rare eccezioni, è sempre possibile anche se esistono situazioni di carenza ossea nelle quali l’intervento va fatto precedere da interventi di rigenerazione (è il caso in cui l’osso non è volumetricamente sufficiente).
Dagli ultimi studi clinici è emerso che, con l’utilizzo di tecniche computerizzate, in qualche situazione è possibile limitare il numero di impianti ed ottenere risultati protesici validi.
 

Teoricamente non esistono situazioni non risolvibili. Praticamente però è necessario, come in altre branche della medicina, che il medico abbia sia una conoscenza approfondita di tutte le possibili soluzioni tecniche sia un’esperienza importante nella loro applicazione.
I limiti di intervento dipendono dalle capacità e dalla conoscenza implanto-protesica del medico e dalla situazione ossea occlusale e dei tessuti molli del paziente. Alcune tecniche richiedono capacità operative specifiche frutto dell’esperienza che permette di affrontare e superare i problemi con soluzioni non facilmente codificabili.

 

Essenzialmente per la perdita dei denti naturali che avviene nella maggior parte dei casi per la malattia parodontale (piorrea), o per un trauma.
In sostituzione degli elementi persi si inseriscono degli impianti (viti) ai quali vengono ancorate protesi fisse o mobili.
E’ da sottolineare che così come è importante che il chirurgo inserisca le viti nel miglior modo possibile, è altresì necessario che la parte protesica sia curata nei minimi particolari per ottenere un successo duraturo nel tempo.
Concetti come equilibrio, occlusione e postura si devono tenere in debita considerazione nello sviluppo e realizzazione di un implanto-protesico.
Non esiste un limite di durata nel tempo dell’impianto. Se il progetto e la realizzazione del manufatto implanto-protesico vengono eseguiti secondo protocolli precisi ed efficaci, il minimo di aspettativa è di 20/25 anni.
E’ tuttavia necessaria ed indispensabile la collaborazione del paziente sia nel mantenimento di una perfetta igiene orale, sia nei controlli periodici.
Non esiste un’età precisa. Studi scientifici dimostrano che la fascia più interessata è dopo i quarant’anni.
Se non sussistono controindicazioni cliniche sistematiche, si possono inserire impianti anche a soggetti in età avanzata.
E’ superfluo dire che più l’età è avanzata, più si cercherà di ridurre l’entità dell’intervento.
Nel giovane il ricorso all’implantologia è sostanzialmente dovuto a traumi o agenesie e l’età più indicata è collegata allo sviluppo fisico, dopo cioè i 18 anni.